Patologia polmonare
Sabato, 12 Settembre 2015

Aggiungiamo la nitroglicerina, ma il risultato non è esplosivo!

A cura di Massimo Di Maio

Provando a sfruttare l’azione vasodilatante della nitroglicerina, due studi hanno valutato il suo impiego durante la chemioterapia per il tumore del polmone avanzato. Ma chi si aspettava un risultato dirompente rimane molto deluso!

A-M. C. Dingemans, H.J.M. Groen, G. J.M. Herder, et al. on behalf of the NVALT study group. A randomized phase II study comparing paclitaxel-carboplatin-bevacizumab with or without nitroglycerin patches in patients with stage IV non-squamous-non-small cell lung cancer: NVALT 12 (NCT01171170) Ann Oncol first published online September 7, 2015

A. Davidson, A.-S. Veillard, A. Tognela, et al. on behalf of the Australasian Lung cancer Trials Group (ALTG). A phase 3 randomized trial of adding topical nitroglycerin to first line chemotherapy for advanced non–small-cell lung cancer: The Australasian Lung cancer Trials Group NITRO Trial Ann Oncol first published online September 7, 2015

La nitroglicerina, notissimo nitrato organico sintetizzato come esplosivo e largamente impiegato come antianginoso, possiede una importante azione vaso dilatante. In virtù di tale azione sui vasi, il farmaco è teoricamente in grado di aumentare il flusso ematico a livello tumorale, e quindi l’attività della chemioterapia sulle cellule neoplastiche. Sulla base di questo razionale, e incoraggiati dai precedenti risultati promettenti di uno studio di fase II condotto in Giappone, due studi randomizzati hanno valutato l’efficacia della somministrazione di un cerotto di nitroglicerina alla chemioterapia per NSCLC avanzato.

Il gruppo olandese NVALT ha condotto uno studio di fase II randomizzato, nel quale i pazienti assegnati al braccio di controllo ricevevano la sola chemioterapia (carboplatino + paclitaxel) + bevacizumab, mentre i pazienti assegnati al braccio sperimentale ricevevano, in aggiunta, la somministrazione di un cerotto di nitroglicerina 15 mg (da due giorni prima della somministrazione di chemioterapia a due giorni dopo).
Endpoint primario dello studio olandese era la sopravvivenza libera da progressione (PFS).

Il gruppo cooperativo Australasian Lung Cancer Trials Group ha invece condotto lo studio NITRO, uno studio randomizzato di fase III nel quale i pazienti assegnati al braccio di controllo ricevevano uno schema di chemioterapia con platino, mentre i pazienti assegnati al braccio sperimentale ricevevano, in aggiunta, la somministrazione di un cerotto di nitroglicerina 25 mg (anche in questo caso da 2 giorni prima della chemioterapia a 2 giorni dopo).
Anche in questo studio, endpoint primario era la sopravvivenza libera da progressione.

Nello studio NVALT sono stati randomizzati 223 pazienti, 112 assegnati al braccio di controllo e 111 assegnati al braccio sperimentale.

L’aggiunta della nitroglicerina non è risultata associata ad alcun vantaggio significativo: la PFS mediana è risultata pari a 6.8 mesi nel braccio di controllo e 5.1 mesi nel braccio sperimentale (hazard ratio 1.27, intervallo di confidenza al 95% 0.96 – 1.67).

La sopravvivenza mediana è risultata pari a 11.6 mesi nel braccio di controllo e 9.4 mesi nel braccio sperimentale (hazard ratio 1.02, intervallo di confidenza al 95% 0.71 – 1.46).

L’impiego della nitroglicerina ha determinato un incremento dell’incidenza di cefalea, riscontrata nel 52% dei pazienti del braccio sperimentale rispetto al 6% del braccio di controllo.

L’accrual nello studio NITRO è stato interrotto dopo la prima analisi ad interim, condotta dopo la registrazione di 270 eventi, e l’analisi finale presentata nella pubblicazione di Annals è condotta su 372 pazienti randomizzati.

Anche in questo studio, l’aggiunta della nitroglicerina non è risultata associata ad alcun vantaggio significativo: la PFS mediana è risultata pari a 4.8 mesi nel braccio di controllo e 5.0 mesi nel braccio sperimentale (hazard ratio 1.07, intervallo di confidenza al 95% 0.86 – 1.32).

La sopravvivenza mediana è risultata pari a 10.3 mesi nel braccio di controllo e 11.0 mesi nel braccio sperimentale (hazard ratio 0.99, intervallo di confidenza al 95% 0.79 – 1.24).

L’impiego della nitroglicerina ha determinato un incremento dell’incidenza di cefalea, ipotensione, diarrea ed altri effetti collaterali.

Lo studio giapponese pubblicato qualche anno fa aveva suggerito una possibile efficacia della nitroglicerina nei pazienti sottoposti a chemioterapia con cisplatino e vinorelbina per tumore del polmone avanzato.

Purtroppo i due studi pubblicati qualche giorno fa su Annals of Oncology “disinnescano” la speranza di un risultato positivo: in entrambi i casi, non si evidenzia alcun segnale di prolungamento della sopravvivenza libera da progressione, che era stato scelto come endpoint primario sia dal gruppo olandese nello studio di fase II sia dal gruppo australiano nello studio di fase III.

La nitroglicerina rimane un ottimo vasodilatante, ma il razionale ipotizzato dai due gruppi, vale a dire la possibilità di aumentare il flusso ematico a livello tumorale, e quindi aumentare la sensibilità alla chemioterapia, nonché la possibilità di inibire il fattore stimolato dall’ipossia, non si traduce in una concreta efficacia antitumorale.