Patologia polmonare
Sabato, 18 Ottobre 2014

Analisi molecolari nei pazienti con NSCLC: l'ASCO fa proprie le raccomandazioni IASLC

A cura di Massimo Di Maio

Con uno “special article” pubblicato su JCO, l’ASCO fa proprie le linee guida dell’IASLC e del College of American Pathologists sulle analisi molecolari per la selezione dei pazienti con NSCLC per il trattamento con inibitori di EGFR e ALK. E l’articolo rappresenta una lettura istruttiva...

Leighl NB, Rekhtman N, Biermann WA, Huang J, Mino-Kenudson M, Ramalingam SS, West H, Whitlock S, Somerfield MR. Molecular Testing for Selection of Patients With Lung Cancer for Epidermal Growth Factor Receptor and Anaplastic Lymphoma Kinase Tyrosine Kinase Inhibitors: American Society of Clinical Oncology Endorsement of the College of American Pathologists  /International Society for the Study of Lung Cancer/Association of Molecular Pathologists Guideline. J Clin Oncol. 2014 Oct 13. [Epub ahead of print]

L'ASCO ha deciso di valutare la qualità metodologica e i contenuti delle linee guida prodotte dal College of American Pathologists (CAP) insieme con l'International Society for the Study of Lung Cancer (IASLC) e l'Association of Molecular Pathologists (AMP) sulle analisi molecolari per la selezione dei pazienti con tumore del polmone per il trattamento con inibitori di EGFR e ALK, allo scopo di approvarle e farle proprie.

In sintesi, le linee guida CAP/IASLC/AMP comprendono 37 tra raccomandazioni, opinioni di esperti e suggerimenti, raggruppate in cinque domande principali:

1) In quali casi dovrebbero essere eseguite le analisi molecolari?

2) Come dovrebbe essere eseguita l'analisi molecolare di EGFR?

3) Come dovrebbe essere eseguita l'analisi molecolare di ALK?

4) Altre analisi molecolari dovrebbero essere eseguite nella routine clinica?

5) Come dovrebbe essere applicato nella pratica clinica il test di EGFR e ALK, al fine di ottimizzarne l'utilità clinica e la qualità?

Ecco un estratto delle più importanti raccomandazioni:
L'analisi molecolare di EGFR e ALK dovrebbe essere usata per selezionare pazienti per il trattamento con inibitori di EGFR e ALK, e i pazienti con adenocarcinoma dovrebbero essere testati indipendentemente dalle caratteristiche cliniche.

Le analisi molecolari non sono raccomandate se il campione tumorale interamente escisso non contiene alcuna componente di adenocarcinoma, mentre se il campione è più limitato (biopsia, citologico), anche in assenza di una componente di adenocarcinoma, le analisi andrebbero comunque eseguite se le caratteristiche cliniche (giovane età, assenza di fumo) lo suggeriscono.

Le analisi possono essere eseguite sia sul campione di tumore primitivo che sulle metastasi.

Le analisi devono essere eseguite alla diagnosi di malattia avanzata, o al momento della recidiva in casi inizialmente diagnosticati in stadio più precoce. L'esecuzione delle analisi molecolari in stadi più precoci non è al momento raccomandata, non avendo un'immediata ricaduta terapeutica, ma, pur essendo incoraggiata (al fine di acquisire un'informazione potenzialmente utile al momento della progressione), è lasciata alla discrezione dei singoli centri.

I risultati dovrebbero essere disponibili entro 2 settimane (10 giorni lavorativi).

I laboratori dovrebbero impiegare metodi validati per la determinazione di EGFR, in grado di determinare la presenza di tutte le mutazioni descritte con una frequenza pari o maggiore dell'1% dei casi mutati.
ALK dovrebbe essere determinate mediante FISH, ma le metodiche immunoistochimiche, una volta validate, possono essere utili come screening.

Le analisi molecolari di EGFR e ALK dovrebbero avere la priorità rispetto ad altre analisi molecolari.

Il report del patologo dovrebbe essere formulato in una modalità facilmente interpretabile dal clinico che deve impiegare l'informazione per la decisione terapeutica.

Lo "special article" dell'ASCO, a firma di Natasha Leighl e colleghi, è molto istruttivo, perché, pur rappresentando un "endorsement" di linee guida già esistenti, ribadisce alcuni aspetti importanti, non solo relativi alla selezione dei pazienti da sottoporre ad analisi molecolare per la mutazione di EGFR e per il riarrangiamento di ALK, ma anche sottolineando aspetti legati al tipo di test e alla qualità dei campioni da impiegare.

E'utile che società scientifiche autorevoli, invece di produrre ex novo raccomandazioni e linee guida sostanzialmente basate sulla medesima evidenza, in presenza di linee guida già esistenti di buona qualità, le facciano proprie, come accaduto in questo caso da parte dell'ASCO.

Gli autori dell'articolo sottolineano peraltro che, per la natura stessa dell'argomento, queste raccomandazioni saranno soggette a frequenti revisioni ed integrazioni, in quanto è presumibile che, nel prossimo futuro, il numero di analisi molecolari utili per le decisioni terapeutiche aumenterà, e al tempo stesso, anche per la determinazione di EGFR e ALK, le tecniche a disposizione miglioreranno (in termini di sensibilità e costi) rispetto a quelle disponibili attualmente.