Patologia polmonare
Lunedì, 23 Giugno 2025

#ASCO2025: Sacituzumab tirumotecan: promettenti risultati nel tumore del polmone EGFR-mutato

A cura di Massimo Di Maio

Presentati a Chicago, e pubblicati sulle pagine del British Medical Journal, i risultati di uno studio randomizzato, condotto in Cina, che testava l’efficacia dell’anticorpo farmaco coniugato, confrontandolo con il docetaxel, in pazienti con tumore del polmone EGFR-mutato che avessero già ricevuto un inibitore di EGFR e chemioterapia a base di platino. I risultati? Favorevoli al farmaco sperimentale.

Fang W, Li X, Wang Q, Meng X, Zheng W, Sun L, Yao W, Zhuang W, Fan Y, Zhuo M, Luo Y, Zhang Z, Song X, Yang R, Yang J, Jin X, Diao Y, Ge J, Zhang L. Sacituzumab tirumotecan versus docetaxel for previously treated EGFR-mutated advanced non-small cell lung cancer: multicentre, open label, randomised controlled trial. BMJ. 2025 Jun 5;389:e085680. doi: 10.1136/bmj-2025-085680. PMID: 40473437; PMCID: PMC12139608.

Obiettivo dello studio pubblicato su BMJ era quello di confrontare l'efficacia e la sicurezza di sacituzumab tirumotecan (anticorpo farmaco coniugato diretto contro TROP2), impiegando il docetaxel come trattamento di controllo, in pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule (non-small cell lung cancer, NSCLC) localmente avanzato o metastatico, caratterizzato dalla presenza di mutazione del recettore del fattore di crescita epidermico (EGFR), dopo precedente fallimento del trattamento con inibitori della tirosin-chinasi EGFR e chemioterapia a base di platino.

Si trattava di uno studio clinico multicentrico, in aperto, randomizzato di fase II, condotto interamente in Cina. Nel dettaglio, lo studio è stato condotto in 48 centri cinesi, nel periodo compreso tra il 1° settembre 2023 e il 31 dicembre 2024.

I pazienti sono stati randomizzati (in rapporto 2:1 a favore del braccio sperimentale) a ricevere sacituzumab tirumotecan (5 mg/kg) nei giorni 1 e 15 ogni quattro settimane, oppure docetaxel (75 mg/m²) nella schedula standard (al giorno 1 ogni tre settimane). Lo studio prevedeva la possibilità del crossover: ai pazienti assegnati al braccio di controllo con docetaxel è stata offerta la possibilità di passare al trattamento con sacituzumab tirumotecan in caso di progressione di malattia.

L'endpoint primario dello studio di fase II era la proporzione di risposte obiettive, valutata da un comitato di revisione indipendente in cieco (BIRC).

Gli endpoint secondari includevano la proporzione di risposte obiettive valutata dallo sperimentatore; la proporzione di controllo della malattia, la sopravvivenza libera da progressione (progression-free survival, PFS), il tempo alla risposta e la durata della risposta valutati dal BIRC e dallo sperimentatore; la sopravvivenza globale (overall survival, OS); e la sicurezza.

Complessivamente, lo studio ha visto la randomizzazione di 137 pazienti (di età compresa tra 18 e 75 anni) con NSCLC avanzato o metastatico con mutazione di EGFR. Nel dettaglio, 91 pazienti sono stati assegnati al braccio sperimentale e 46 pazienti sono stati assegnati al braccio di controllo con docetaxel (n=46).

Il follow-up mediano è stato di 12,2 mesi, al momento del cut-off dei dati per l'efficacia (31 dicembre 2024). La proporzione di risposte obiettive valutata dal BIRC è risultata significativamente più alta nel braccio sperimentale (41 pazienti su 91, pari al 45%) rispetto al braccio di controllo con docetaxel (7 pazienti su 45, pari al 16%), con una differenza assoluta tra i 2 bracci dello studio pari al 29% (intervallo di confidenza al 95% 15%-43%; p value <0,001).

La PFS è risultata più lunga con il sacituzumab tirumotecan rispetto al docetaxel, sia nell’analisi centralizzata (mediana 6.9 vs 2.8 mesi; hazard ratio 0.30, Intervallo di confidenza al 95% 0.20 – 0.46; P value <0,001) che nell’analisi degli sperimentatori (mediana 7.9 vs 2.8 mesi; hazard ratio 0.23, intervallo di confidenza al 95% 0.15 - 0.36; P vaule <0,001).

Anche in termini di sopravvivenza globale, il trattamento sperimentale è risultato superiore al docetaxel: la probabilità di sopravvivenza a 12 mesi dalla randomizzazione è risultata pari al 73% con il sacituzumab tirumotecan e pari al 54% con il docetaxel (hazard ratio 0.49, intervallo di confidenza al 95% 0. 27 – 0.88; P vaule = 0,007).

Come detto, lo studio permetteva il crossover per i pazienti che andassero in progressione nel braccio di controllo: questo ha determinato un’analisi di sopravvivenza aggiustata per il crossover. In questa analisi, il sacituzumab tirumotecan ha confermato il miglioramento della sopravvivenza globale (hazard ratio 0.36, intervallo di confidenza al 95% 0.20 – 0.66).

Eventi avversi di grado ≥3 correlati al trattamento sono stati meno frequenti con il sacituzumab tirumotecan rispetto a docetaxel (56% vs 72%).

Sulla base dei risultati sopra sintetizzati, gli autori concludono che sacituzumab tirumotecan ha mostrato miglioramenti statisticamente significativi e clinicamente significativi in numerosi endpoint, sia nell’endpoint primario (la proporzione di risposte obiettive), che nella sopravvivenza libera da progressione e nella sopravvivenza globale rispetto a docetaxel. Sottolineano anche che il farmaco ha dimostrato un profilo di sicurezza gestibile e favorevole rispetto a quanto osservato con il docetaxel.

Si tratta di uno studio interamente condotto in Cina, che peraltro, pur trattandosi di uno studio di fase II, ha già portato all’approvazione del farmaco in Cina, come ricordato da Zhang Li durante la presentazione al congresso di Chicago.

Sono attualmente in corso studi di fase III che valutano l’efficacia del sacituzumab tirumotecan come parte del trattamento di prima linea in combinazione con l’osimertinib.

Nello stesso ASCO in cui abbiamo visto, nel setting dei pazienti con mutazione di EGFR che abbiano già ricevuto un inibitore di EGFR, i deludenti risultati ottenuti dal patritumab deruxtecan (che pur dimostrando un prolungamento della PFS non ha determinato alcun impatto in termini di OS), questi risultati rappresentano un segnale interessante e incoraggiante per la futura disponibilità di nuovi farmaci attivi.