Patologia polmonare
Sabato, 13 Settembre 2014

Beneficio all’inizio, qualche danno a lungo termine? Sì, ma nel complesso la terapia adiuvante conviene!

A cura di Massimo Di Maio

Negli ultimi anni, la chemioterapia adiuvante è diventata lo standard per i pazienti operati di NSCLC. Vari studi ne hanno mostrato il beneficio. Ma quali sono i risultati a lungo termine nei pazienti trattati? Pubblicata su Annals un'analisi approfondita dello studio IALT.

F. Rotolo, A. Dunant, T. Le Chevalier, J.-P. Pignon, and R. Arriagada on behalf of the IALT Collaborative Group. Adjuvant cisplatin-based chemotherapy in non-small-cell lung cancer: new insights into the effect on failure type via a multistate approachAnn Oncol first published online September 5, 2014

Da alcuni anni, sulla base dei risultati di vari studi randomizzati, la chemioterapia adiuvante a base di cisplatino dopo intervento chirurgico radicale è diventata lo standard di trattamento per i pazienti affetti da NSCLC in stadio II e stadio III.

A fronte di un beneficio in termini di sopravvivenza globale, alcuni dati suggeriscono un eccesso di mortalità tardiva nel gruppo di pazienti trattati con chemioterapia, probabilmente legata ad una tossicità a lungo termine del trattamento.

Con una rigorosa metodologia statistica, i ricercatori del Gustave Roussy hanno pubblicato su Annals of Oncology una nuova analisi dello studio IALT, allo scopo di descrivere, con un follow-up a lungo termine, l'effetto del trattamento sui vari tipi di recidiva e sulla mortalità. In particolare, l'analisi presenta l'effetto del trattamento sul rischio di recidiva locale e di recidiva a distanza (divisa in siti diversi dall'encefalo e all'encefalo), e sulla mortalità (sia nei primi 5 anni che nel periodo successivo). 

L'analisi è stata condotta su 1687 pazienti dei 1867 complessivamente randomizzati nello studio IALT, a ricevere chemioterapia adiuvante o solo controllo.

L'analisi conferma l'elevata efficacia della chemioterapia adiuvante nel ridurre il rischio di recidiva locale (Hazard Ratio pari a 0.73; intervallo di confidenza al 95% 0.60–0.90; P=0.003) e anche la sua efficacia nel ridurre il rischio di metastasi a distanza in sedi diverse dall'encefalo (Hazard Ratio 0.79; intervallo di confidenza al 95% 0.66–0.94; P=0.008).

Al contrario, la chemioterapia adiuvante, in questa analisi dei dati dello studio IALT, non dimostra un'efficacia significativa nel ridurre il rischio di metastasi cerebrali (Hazard Ratio 1.1; intervallo di confidenza al 95% 0.82–1.4; P=0.61).

Per quanto riguarda l'effetto sulla mortalità non legata al tumore del polmone (quindi potenzialmente legata alla tossicità del trattamento ricevuto), l'effetto della chemioterapia adiuvante non risulta produrre alcun incremento significativo nei primi 5 anni (Hazard Ratio 1.1; intervallo di confidenza al 95% 0.81–1.5; P=0.29). Al contrario, i pazienti trattati con chemioterapia adiuvante presentano un rischio di mortalità non legata al tumore significativamente maggiore dopo i 5 anni (Hazard Ratio 3.6; intervallo di confidenza al 95% 2.2–5.9; P<0.001).

Gli autori raccomandano di raccogliere con attenzione, negli studi attualmente in corso e negli studi futuri condotti nel setting adiuvante, i dati relativi al follow-up tardivo. Sicuramente questo tipo di informazioni aiuta ad avere un quadro più completo del rapporto tra benefici (già ampiamente documentati) e rischi del trattamento chemioterapico adiuvante.

D'altra parte, come gli autori stessi sottolineano, il dato di una mortalità in eccesso nei pazienti trattati con chemioterapia adiuvante non è particolarmente sorprendente, in quanto già suggerito da studi precedenti, e coerente ad esempio con i dati relativi alla mortalità tardiva dopo trattamento con cisplatino anche in altre neoplasie (ad esempio, il tumore del testicolo).

Il bilancio complessivo tra beneficio e danno rimane comunque ampiamente favorevole, dal momento che il rischio di mortalità tardiva riguarda una percentuale molto piccola di pazienti, a fronte di un guadagno in sopravvivenza legata al controllo del tumore del polmone nettamente maggiore. Ovviamente, l'identificazione di fattori predittivi di efficacia e/o di tossicità migliorerebbe ulteriormente l'indice terapeutico del trattamento chemioterapico adiuvante.