Patologia polmonare
Sabato, 21 Giugno 2014

Cosa fare nel NSCLC dopo una resezione chirurgica incompleta (R1)? Una survey ESMO fotografa la pratica clinica.

A cura di Massimo Di Maio

Le linee guida sono chiare sull'impiego della chemioterapia adiuvante nel NSCLC in stadio II-III, dopo resezione completa. Ma come comportarsi nei casi in cui la resezione sia incompleta (R1)? L'ESMO Young Oncologist Committee ha condotto una survey per descrivere la pratica clinica europea.

R. Califano, et al. Use of adjuvant chemotherapy (CT) and radiotherapy (RT) in incompletely resected (R1) early stage Non-Small Cell Lung Cancer (NSCLC): A European survey conducted by the European Society for Medical Oncology (ESMO) Young Oncologists Committee. Lung Cancer, 2014; 85 (1): 74

La pubblicazione di Lung Cancer riporta i dati di una survey condotta dallo Young Oncologist  Committee dell’ESMO, disegnata con l’intento di descrivere il comportamento nella pratica clinica europea nei casi di tumore del polmone in cui la resezione chirurgica si riveli incompleta (R1).

Mentre le linee guida attuali, basate su studi randomizzati, sono chiare nel raccomandare l’impiego della chemioterapia adiuvante nello stadio II e nello stadio III, e non raccomandano la radioterapia adiuvante, tali raccomandazioni sono ovviamente applicabili ai casi sottoposti a resezione completa. Come si comportano gli oncologi europei, invece, nei casi di resezione incompleta?

La survey è stata distribuita fisicamente, in occasione di diversi appuntamenti congressuali, e anche compilata online, a cavallo tra il 2011 ed il 2012.

Alla survey hanno risposto 768 partecipanti da 41 paesi europei, in grande maggioranza (83%) oncologi medici. L'Italia è risultato il paese più rappresentato (18% del totale).

Come atteso, la grande maggioranza (91.4%) si è espresso per l'impiego della chemioterapia adiuvante, in particolare per la combinazione di cisplatino e vinorelbina (81.2%) o cisplatino e gemcitabina (42.9%). La grande maggioranza dei rispondenti (85%) afferma di discutere i limiti dell'evidenza con il paziente. Tra le caratteristiche statisticamente associate ad una maggiore prescrizione di chemioterapia, l'essere oncologo medico, l'essere socio ESMO e il consultare con maggiore frequenza le linee guida.

Una percentuale minore (48.3%) dei rispondenti si è espresso per l'impiego della radioterapia adiuvante: tale percentuale è risultata più alta tra i radioterapisti e tra coloro che consultano con minore frequenza le linee guida ESMO.

I risultati della survey ESMO dimostrano che, in un setting caratterizzato da poca evidenza scientifica, la grande maggioranza degli oncologi raccomanda l'impiego della chemioterapia adiuvante, e una percentuale non trascurabile raccomanda l'impiego della radioterapia.

Quest'ultima non è raccomandata dalle linee guida nella situazione "canonica" di resezione completa, ma ovviamente la presenza di un residuo di malattia spinge una discreta percentuale dei clinici a impiegare la radioterapia nel tentativo di migliorare il controllo di malattia.

Raffaele Califano e colleghi sottolineano la necessità di studi clinici in questo setting, per aumentare l'evidenza disponibile: peraltro, gli studi clinici sono complicati dall'eterogeneità dei pazienti in questione e dalla relativa rarità della condizione di resezione incompleta.

I risultati pubblicati su Lung Cancer sottolineano, comunque, l'importanza di una gestione multidisciplinare di questi pazienti.