Patologia polmonare
Lunedì, 03 Marzo 2014

È utile proseguire il crizotinib dopo progressione in pazienti con NSCLC avanzato ALK+?

A cura di Massimo Di Maio

Nel numero di febbraio di Annals of Oncology sono stati pubblicati i risultati di uno studio non randomizzato, che attraverso un'analisi retrospettiva ha descritto l'esito della prosecuzione della terapia con crizotinib in una serie di pazienti con NSCLC avanzato ALK+, che già ricevevano il farmaco ed erano andati in progressione di malattia.

I risultati suggeriscono che la prosecuzione della terapia "beyond progression" possa essere di beneficio, ma ovviamente, non trattandosi di uno studio randomizzato, non forniscono risposte definitive al quesito.

Ou SH et al. Clinical benefit of continuing ALK inhibition with crizotinib beyond initial disease progression in patients with advanced ALK-positive NSCLC. Ann Oncol 2014;25:415-22.

Crizotinib è approvato per l’impiego nei pazienti con NSCLC avanzato ALK+ (in Italia, coerentemente con la registrazione EMA, l’impiego è consentito in seconda linea). Al momento della progressione di malattia, il farmaco andrebbe sospeso, ma la comunità scientifica si confronta sull’eventuale beneficio della prosecuzione del farmaco “beyond progression”, almeno in pazienti selezionati.


La pubblicazione su Annals riguarda un’analisi retrospettiva di pazienti con NSCLC avanzato ALK+ trattati con crizotinib in due studi multicentrici, non randomizzati, che avevano sviluppato progressione di malattia secondo i criteri RECIST. Tali pazienti potevano continuare il crizotinib se, a giudizio dei clinici, continuavano ad avere beneficio clinico, a prescindere dalla definizione RECIST di progressione.

 

Su 194 pazienti in progressione, 120 (pari al 62%) hanno proseguito il crizotinib “beyond progression”. Rispetto ai pazienti che non hanno proseguito il crizotinib, un numero più elevato di pazienti tra quelli che l’hanno proseguito avevano un buon performance status.

La sopravvivenza globale dalla progressione di malattia è risultata significativamente migliore per i pazienti che hanno proseguito il crizotinib (mediana 16.4 vs 3.9 mesi; Hazard Ratio 0.27, 95%CI 0.17-0.42; p < 0.0001), anche all’analisi multivariata che correggeva per i principali fattori prognostici.

Gli autori concludono che la prosecuzione del crizotinib beyond progression potrebbe essere associata con un beneficio in sopravvivenza globale

 

In un contesto regolatorio in cui la terapia dovrebbe essere sospesa al momento della definizione di progressione, molti clinici si interrogano sull'opportunità di proseguire il crizotinib, specialmente nei pazienti con progressione in pochi siti di malattia, in cui sembra che il farmaco continui ad avere un beneficio.

La pubblicazione di Annals suggerisce che questa strategia potrebbe essere utile, ma in assenza di studi randomizzati non è possibile trarre conclusioni definitive.