Patologia polmonare
Sabato, 09 Gennaio 2016

Bevacizumab in aggiunta alla chemioterapia nel mesotelioma: un possibile nuovo standard?

A cura di Massimo Di Maio

Pubblicati su Lancet i risultati dello studio MAPS (Mesothelioma Avastin Cisplatin Pemetrexed), che valutava l’aggiunta del bevacizumab alla chemioterapia di prima linea nel mesotelioma pleurico, con interessanti risultati.

Zalcman G, Mazieres J, Margery J, Greillier L, Audigier-Valette C, Moro-Sibilot D, Molinier O, Corre R, Monnet I, Gounant V, Rivière F, Janicot H, Gervais R, Locher C, Milleron B, Tran Q, Lebitasy MP, Morin F, Creveuil C, Parienti JJ, Scherpereel A; French Cooperative Thoracic Intergroup (IFCT). Bevacizumab for newly diagnosed pleural mesothelioma in the Mesothelioma Avastin Cisplatin Pemetrexed Study (MAPS): a randomised, controlled, open-label, phase 3 trial. Lancet. 2015 Dec 21. [Epub ahead of print] PubMed PMID: 26719230.

Da vari anni, la combinazione di cisplatino e pemetrexed rappresenta lo standard terapeutico di prima linea per i pazienti affetti da mesotelioma pleurico. D’altra parte, la prognosi di questi pazienti rimane sfavorevole, e un trattamento di maggiore efficacia rappresenterebbe un importante progresso.

Il gruppo francese Intergroupe Francophone de Cancérologie Thoracique (IFCT) ha condotto uno studio randomizzato di fase III per valutare l’efficacia dell’aggiunta del bevacizumab alla chemioterapia con cisplatino e pemetrexed.

Lo studio prevedeva l’inserimento di pazienti con età compresa tra 18 e 75 ani, affetti da mesotelioma pleurico non operabile, che non avessero già ricevuto un trattamento chemioterapico, con un performance status ECOG compreso tra 0 e 2, in assenza di sostanziali patologie concomitanti cardiovascolari, e un’aspettativa di vita di almeno 12 settimane.

I pazienti venivano randomizzati con rapporto 1:1, stratificati in base all’istologia [istotipo epitelioide vs sarcomatoide vs misto], al performance status [0-1 vs 2], al centro e allo stato di fumo [non fumatori vs fumatori]:

• I pazienti assegnati al braccio di controllo ricevevano pemetrexed 500 mg/m2 + cisplatin 75 mg/m2, ogni 21 giorni

• I pazienti assegnati al braccio sperimentale ricevevano la medesima chemioterapia + bevacizumab 15 mg/kg, ogni 21 giorni

Endpoint primario era la sopravvivenza globale.

Lo studio ha visto l’inserimento di 448 pazienti, tra il 2008 ed il 2014: 223 pazienti sono stati assegnati al braccio sperimentale e 225 pazienti sono stati assegnati al braccio di controllo.

La sopravvivenza globale è risultata significativamente migliore nel braccio sperimentale (mediana 18.8 mesi vs. 16.1 mesi; hazard ratio 0.77 [intervallo di confidenza al 95% 0.62-0.95]; p=0.0167).

L’aggiunta del bevacizumab alla chemioterapia è risultata associate ad una percentuale lievemente maggiore di eventi avversi severi: 71% rispetto a 62%. In particolare, come atteso, il braccio sperimentale è stato caratterizzato da una maggiore incidenza di ipertensione severa (23% vs 0) e di eventi trombotici (6% vs 1%).

 

Lo studio MAPS documenta un beneficio statisticamente significativo e clinicamente interessante (prolungamento della sopravvivenza mediana di oltre 2 mesi e mezzo) in un setting che da molti anni non registrava progressi significativi nel trattamento standard.

Gli autori sottolineano che tale beneficio è ottenuto a prezzo di una tossicità complessivamente accettabile e maneggevole, e quindi candidano la combinazione di cisplatino, pemetrexed e bevacizumab come un possibile nuovo standard di prima linea.

La sopravvivenza globale registrata nel braccio di controllo è probabilmente migliore rispetto all’atteso, e questo potrebbe essere legato all’inevitabile selezione associata ai criteri di inclusione che prevedevano l’eleggibilità per il bevacizumab.

Basteranno questi dati per fare della combinazione di chemioterapia e anti-angiogenico il nuovo standard nel mesotelioma pleurico non operabile?

Dal 2016, anche l’AIOM avrà le proprie linee guida dedicate al mesotelioma pleurico: la valutazione dei risultati dello studio MAPS sarà probabilmente tra le evidenze prese in considerazione dal panel di esperti ai fini delle raccomandazioni per la pratica clinica. Al momento, in ogni caso, bevacizumab non è autorizzato per l’impiego in questa indicazione.