Patologia polmonare
Lunedì, 12 Maggio 2025

PICASO: nei pazienti con tumore del polmone avanzato, il performance status scaduto rimane il fattore prognostico più importante

A cura di Massimo Di Maio

Lo studio prospettico osservazionale PICASO ha descritto le scelte terapeutiche e l’outcome dei pazienti affetti da tumore del polmone NSCLC avanzato, che alla diagnosi avevano un performance status compromesso (ECOG 2): i risultati sono molto modesti, assolutamente distanti dai risultati ottenuti nei pazienti fit, e impongono una riflessione sulla reale indicazione al trattamento attivo.

Francesco Facchinetti, Andrea Camerini, Chiara Bennati, Paola Bordi, Elisa De Carlo, Francesca Mazzoni, Giulio Metro, Federica Bertolini, Lucia Longo, Serena Ricciardi, Sara Pilotto, Donatella Giardina, Francesco Passiglia, Vieri Scotti, Paolo Piacentini, Stefano Frega, Luana Calabrò, Annalisa Guida, Maria Antonietta Grosso, Jenny Longobardi, Alessandra Merlini, Federica Cosso, Alessandro Leonetti, Eleonora Gariazzo, Giorgia Guaitoli, Lorenzo Belluomini, Alessandra Bearz, Michele Tognetto, Emilio Bria, Diego Luigi Cortinovis, Silvia Novello, Massimo Di Maio, Marcello Tiseo. A prospective study on clinicians’ attitudes and survival outcomes for patients with advanced NSCLC and poor performance status in the immunotherapy era: PICASO (GOIRC-04-2020). Lung Cancer, 2025, 108580, ISSN 0169-5002

Qualche anno fa, un’analisi retrospettiva dei pazienti affetti da tumore del polmone non a piccole cellule (non small cell lung cancer) avanzato, che al momento di iniziare pembrolizumab come terapia di prima linea avessero un performance status compromesso (ECOG performance status 2), aveva evidenziato un outcome assolutamente deludente, e nettamente peggiore rispetto ai risultati ottenuti con il medesimo trattamento nei pazienti fit (https://www.oncotwitting.it/patologia-polmonare/dagli-studi-alla-pratica-clinica-quale-beneficio-con-l-immunoterapia-nei-pazienti-ps2).

Sulla scorta di quell’esperienza retrospettiva, è stato condotto e recentemente pubblicato su Lung Cancer, dopo la presentazione dei risultati al congresso ESMO 2024, lo studio PICASO. Si trattava di uno studio prospettico osservazionale, condotto in 20 centri italiani, su pazienti con NSCLC avanzato e performance status (PS) ECOG pari a 2. Quindi, lo studio prospettico non era limitato ai pazienti trattati con immunoterapia per PDL1 superiore al 50%, come la precedente esperienza retrospettiva, ma aveva l’obiettivo di descrivere le scelte e l’outcome in tutti i pazienti con PS2, inclusi quelli candidati a sola terapia di supporto e non a trattamento attivo.

Erano stati esclusi i pazienti con mutazioni di EGFR, fusioni di ALK o sottoposti a trattamenti mirati di prima linea.

Lo studio prevedeva che gli sperimentatori registrassero, per ciascun paziente, la propria preferenza rispetto alla scelta terapeutica (monochemioterapia, polichemioterapia, combinazione di chemioterapia e immunoterapia, immunoterapia da sola, best supportive care). Ovviamente, sulla base delle restrizioni imposte dalla rimborsabilità in Italia, il trattamento con combinazione di chemioterapia e immunoterapia era potenzialmente somministrabile solo ai casi con espressione di PDL1 inferiore al 50%, e il trattamento con immunoterapia da sola era potenzialmente somministrabile solo ai casi con espressione di PDL1 superiore al 50%.

Lo studio prevedeva la registrazione dell’andamento clinico del trattamento e dell’esito in termini di sopravvivenza libera da progressione e sopravvivenza globale.

L'endpoint primario era il tasso di sopravvivenza libera da progressione a 6 mesi dall’inizio del trattamento.

Nel periodo compreso tra marzo 2022 a ottobre 2023, sono stati inclusi nello studio PICASO 198 pazienti consecutivi.

L'età mediana dei pazienti inclusi nello studio era pari a 73 anni (range 43-91). 44 pazienti (22%) sono stati candidati alla migliore terapia di supporto, senza trattamento attivo; 49 (25%) alla chemioterapia con agente singolo, 14 (7%) alla chemioterapia di combinazione con platino, 40 (20%) alla monoimmunoterapia, 52 (26%) alla chemio-immunoterapia.

Dopo un follow-up mediano pari a 9,4 mesi, la probabilità di sopravvivenza libera da progressione a 6 mesi è stata pari al 15.3%, con una sopravvivenza libera da progressione mediana pari a 1.6 mesi (Intervallo di confidenza al 95% 1.3 – 1.9).

La probabilità di sopravvivenza globale (overall survival, OS) a 6 mesi dall’inizio del trattamento è risultata pari al 27.7%, con una OS mediana pari a 2.8 mesi (intervallo di confidenza al 95% 2.0 – 3.6).

I pazienti sottoposti alla combinazione di chemio-immunoterapia (come detto, dovevano avere PD-L1 < 50%) hanno registrato una probabilità di sopravvivenza libera da progressione e OS a 6 mesi rispettivamente pari al 22.9% e al 29.1%, con una PFS mediana pari a 1.9 mesi e una OS mediana pari a 3.7 mesi; la monoimmunoterapia per i pazienti con PD-L1 ≥ 50% è risultata associata a risultati solo leggermente migliori (39.4% di pazienti vivi a 6 mesi).

Tra i 155 pazienti sottoposti a trattamento attivo, nessuna caratteristica clinico-patologica ha evidenziato un ruolo prognostico significativo.

Un terzo dei pazienti sottoposti a regimi contenenti immunoterapia ha presentato progressione clinica precoce o decesso prima della prima valutazione radiologica.

I pazienti con performance status scaduto al momento della diagnosi e della decisione sull’eventuale trattamento di prima linea hanno una prognosi nettamente peggiore rispetto ai pazienti fit.

Sulla base dei risultati sintetizzati sopra, gli autori dello studio PICASO sottolineano che meno della metà dei pazienti con NSCLC e PS 2 sono stati candidati ai regimi attualmente considerati standard per i pazienti fit, vale a dire la mono-immunoterapia o la combinazione di chemioterapia e immunoterapia sulla base dell’espressione del PD-L1. E’ anche da sottolineare la quota di pazienti che non è stata candidata a trattamento attivo ma a sola terapia di supporto: è esperienza comune di chi gestisce questi pazienti la difficoltà intrinseca alla decisione di non iniziare un trattamento attivo, in termini di comunicazione con il paziente e con i familiari.

Peraltro, anche con l'immunoterapia, la maggior parte di questi pazienti ha risultati assolutamente deludenti. I risultati dello studio PICASO sono molto utili ad una riflessione critica (ed autocritica) rispetto alle scelte terapeutiche nei pazienti che già alla diagnosi presentano condizioni scadute. Il beneficio mediamente atteso con il trattamento immunoterapico, da solo o in combinazione con la chemioterapia, è veramente modesto.