Patologia polmonare
Sabato, 18 Giugno 2016
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Platino anche in seconda linea nel microcitoma polmonare?

A cura di Massimo Di Maio

Le linee guida raccomandano il topotecan come terapia di seconda linea dei pazienti con microcitoma polmonare. Uno studio giapponese suggerisce l’impiego di una polichemioterapia con platino, ma è un’evidenza sufficientemente solida da modificare le raccomandazioni?

Koichi Goto, Yuichiro Ohe, Taro Shibata, Takashi Seto, Toshiaki Takahashi, Kazuhiko Nakagawa, Hiroshi Tanaka, Koji Takeda, Makoto Nishio, Kiyoshi Mori, Miyako Satouchi, Toyoaki Hida, Naruo Yoshimura, Toshiyuki Kozuki, Fumio Imamura, Katsuyuki Kiura, Hiroaki Okamoto, Toshiyuki Sawa, Tomohide Tamura, Combined chemotherapy with cisplatin, etoposide, and irinotecan versus topotecan alone as second-line treatment for patients with sensitive relapsed small-cell lung cancer (JCOG0605): a multicentre, open-label, randomised phase 3 trial, The Lancet Oncology, Available online 14 June 2016, ISSN 1470-2045, http://dx.doi.org/10.1016/S1470-2045(16)30104-8.

Ad oggi, la mono-chemioterapia con topotecan, pur gravata da una tossicità non trascurabile e da un’efficacia complessivamente modesta, rimane il trattamento standard di seconda linea per i pazienti affetti da microcitoma polmonare.

Lo studio giapponese JCOG0605 era un trial randomizzato di fase III, multicentrico, in aperto. Il protocollo prevedeva l’inclusione in studio di pazienti affetti da microcitoma polmonare, che avessere risposto alla precedente terapia di prima linea, ma con evidenza di progressione occorsa almeno 90 giorni dopo il completamento del trattamento di prima linea.

I pazienti erano randomizzati, in aperto e in rapporto 1:1, a ricevere topotecan da solo (braccio di controllo) oppure la combinazione di cisplatino, etoposide e irinotecan (braccio sperimentale). La randomizzazione era bilanciata per performance status, stadio alla diagnosi e centro partecipante.

Il trattamento somministrato ai pazienti del braccio sperimentale consisteva di 5 cicli della durata di 2 settimane, con cisplatino 25 mg/m2 al giorno 1 e al giorno 8, etoposide i.v. 60 mg/m2 nei giorni 1–3, e irinotecan 90 mg/m2 al giorno 8. Lo schema prevedeva la somministrazione profilattica di fattore di crescita per i granulociti, somministrato dal giorno 9 del primo ciclo quotidianamente (saltando i giorni di somministrazione della chemioterapia).

I pazienti assegnati al braccio di controllo ricevevano topotecan endovena, per 4 cicli, alla dose di 1 mg/m2 nei giorni 1–5, ogni 3 settimane.

Endpoint primario dello studio era la sopravvivenza globale nella popolazione intention-to-treat.

Lo studio ha visto la randomizzazione di 180 pazienti (tra il settembre 2007 e il novembre 2012): 90 pazienti sono stati assegnati al braccio di controllo e 90 al braccio sperimentale.

L’analisi dell’endpoint primario ha documentato una sopravvivenza globale significativamente più lunga nel braccio sperimentale (mediana 18.2 mesi) rispetto al braccio di controllo (mediana 12.5 mesi), con una differenza statisticamente significativa (hazard ratio 0.67, intervallo di confidenza al 90% 0.51 – 0.88; p=0.0079).

Gli eventi avversi di grado 3-4 più frequenti sono stati la neutropenia (83% con la combinazione e 86% con il topotecan), l’anemia (84% vs. 28%), e la leucopenia (80% vs. 51%). La neutropenia febbrile è risultata più frequente con la combinazione (31% vs 7%), come la piastrinopenia severa (41% vs 28%). Complessivamente, sono state registrate 3 morti attribuite al trattamento, una nel braccio di combinazione e 2 con il topotecan.

Lo studio giapponese appena pubblicato su Lancet Oncology documenta un vantaggio in sopravvivenza globale, rilevante in termini assoluti (circa 6 mesi di differenza nella sopravvivenza mediana) e relativi (hazard ratio 0.67). Peraltro, come giustamente sottolineato da Kalemkerian nell’editoriale che accompagna la pubblicazione, la popolazione di pazienti inserita nello studio appare selezionata rispetto alla tipica popolazione di pazienti eventualmente candidati alla seconda linea nella pratica clinica: i pazienti inseriti nello studio avevano un’età mediana e un performance status che documentano un inevitabile bias di selezione. In media, l’accrual nello studio ha visto l’inserimento di poco più di un paziente per centro per anno, e anche tale lentezza nell’inserimento dei pazienti fa riflettere sull’estrema selezione dei casi. Rimane quindi aperto il dibattito sulla generalizzabilità del risultato dello studio giapponese.

Le attuali linee guida AIOM raccomandano il trattamento con topotecan nei pazienti con microcitoma polmonare in progressione dopo una terapia di prima linea, quando l’intervallo libero dalla fine del trattamento sia superiore a 2 -3 mesi, in quanto nei pazienti refrattari (quelli con intervallo più corto) l’efficacia di un trattamento di seconda linea è molto modesta.

Peraltro, nel medesimo algoritmo viene suggerito di prendere in considerazione l’eventuale re-challenge con lo schema chemioterapico impiegato in prima linea, quando l’intervallo libero dal trattamento sia sufficientemente lungo, anche se le evidenze a sostegno di tale strategia sono deboli.