Patologia polmonare
Sabato, 08 Aprile 2017

Quando la radioterapia consente di guarire anche chi non è operabile

A cura di Massimo Di Maio

Uno studio condotto in pazienti con tumore del polmone non a piccole cellule, in stadio I, non eleggibili per chirurgia e trattati con radioterapia stereotassica, documenta risultati eccellenti anche a distanza di molti anni.

Sun B, Brooks ED, Komaki RU, Liao Z, Jeter MD, McAleer MF, Allen PK, Balter PA, Welsh JD, O'Reilly MS, Gomez D, Hahn SM, Roth JA, Mehran RJ, Heymach JV, Chang JY. 7-year follow-up after stereotactic ablative radiotherapy for patients with stage I non-small cell lung cancer: Results of a phase 2 clinical trial. Cancer. 2017 Mar 27. doi: 10.1002/cncr.30693. [Epub ahead of print] PubMed PMID: 28346656.

Molti pazienti con tumore del polmone non a piccole cellule (NSCLC) in stadio iniziale, pur essendo tecnicamente resecabili, sono giudicati non operabili per la presenza di patologie concomitanti che controindicano l'esecuzione dell'intervento chirurgico. In questi pazienti, la radioterapia rappresenta un'alternativa, già suffragata da importanti evidenze scientifiche.

Uno studio clinico prospettico, pubblicato su Cancer, ha descritto l’outcome di pazienti con NSCLC in stadio I, non eleggibili per chirurgia a causa di controindicazioni cliniche, trattati con radioterapia stereotassica (stereotactic ablative radiotherapy, SABR). Un'importante caratteristica della pubblicazione è che lo studio ha maturato un follow-up mediano di oltre 7 anni.

I pazienti eleggibili avevano un NSCLC confermato istologicamente, in stadio I, stadiato mediante l’impiego di PET che aveva escluso interessamento mediastinico. I pazienti sono stati trattati con radioterapia stereotassica (50 Gy in 4 frazioni).

Endpoint primario dello studio era la sopravvivenza libera da progressione (PFS).

I pazienti sono stati seguiti mediante l’esecuzione di TAC e/o PET-CT ogni 3 mesi per i primi 2 anni, ogni 6 mesi per i successivi 3 anni, e poi con cadenza annuale.

Complessivamente, l’analisi ha incluso 65 pazienti, caratterizzati da un’età mediana di 71 anni, con un follow-up mediano pari a 7.2 anni.

Nel complesso, 18 pazienti, pari al 27.7% della casistica, hanno sviluppato recidiva di malattia, dopo un intervallo di tempo mediano pari a 14.5 mesi (range compreso tra 4.3 e 71.5 mesi), dopo l’esecuzione della radioterapia stereotassica.

L’analisi per rischi competitivi ha documentato, a 5 anni:

  • Un rischio di recidiva locale pari all’8.1%;
  • Un rischio di recidiva regionale pari al 10.9%;
  • Un rischio di recidiva a distanza pari all’11%.

L’analisi per rischi competitivi ha documentato, a 7 anni:

  • Un rischio di recidiva locale pari all’8.1%;
  • Un rischio di recidiva regionale pari al 13.6%;
  • Un rischio di recidiva a distanza pari al 13.8%.

In 12 pazienti (pari al 18.5% della casistica) è stata documentata la comparsa di un secondo tumore primitivo del polmone, dopo un tempo mediano dalla radioterapia stereotassica pari a 35 mesi (con un range compreso tra 5 e 67 mesi).

Dopo 5 anni, la sopravvivenza libera da progressione è risultata pari a 49.5%, e dopo 7 anni pari al 38.2%.

Dopo 5 anni, la sopravvivenza globale è risultata pari al 55.7%, e dopo 7 anni pari al 47.5%.

La tossicità associata alla somministrazione della radioterapia stereotassica è risultata complessivamente modesta, con eventi avversi di grado 3 verificatisi in 3 pazienti (pari al 4.6% della casistica), e nessun caso di eventi avversi di grado 4 o letali.

Gli autori, commentando l’outcome dei pazienti trattati con radioterapia stereotassica per un NSCLC in stadio I non operabile, sottolineano che i dati presentati sono particolarmente interessanti, in quanto associati ad un follow-up lungo (oltre 7 anni). Gli autori definiscono “eccezionale” il controllo locale, unitamente all’ottima tollerabilità della radioterapia stereotassica.

Le linee guida AIOM (edizione 2016) recitano: “Nei pazienti non operabili per motivi internistici e/o di funzionalità respiratoria, si ricorre, quando possibile, alla radioterapia. Risultati migliori rispetto alla radioterapia convenzionale in termini di controllo locale e sopravvivenza sono oggi ottenibili con la radioterapia stereotassica […]. La SBRT rappresenta certamente il trattamento non chirurgico di scelta per pazienti non operabili affetti da tumori polmonari in stadio iniziale (T1a, T1b, T2a) ed a presentazione periferica (Livello di evidenza: Positivo forte), mentre al momento minori evidenze si hanno per tumori superiori ai 5 cm di diametro od a localizzazione centrale (a meno di 1-2 cm di distanza dai grossi vasi mediastinici o dall’albero tracheobronchiale). La SBRT, consistente nella somministrazione di dosi biologicamente molto elevate in una o poche frazioni mediante tecniche ad alto gradiente di dose, è in grado di ottenere percentuali di controllo di malattia molto interessanti, in assenza di tossicità importanti. Il trattamento di ablazione radiologica deve pertanto essere oggi considerato lo standard terapeutico in pazienti affetti da NSCLC in stadio iniziale (T1aN0M0, T1bN0M0, T2aN0M0) non operabili per motivi funzionali od internistici (Livello di evidenza: Positivo forte), così come in quei pazienti considerati a rischio operatorio elevato ai quali verrebbe in alternativa proposta resezione sublobare tipo wedge resection (Livello di evidenza: Positivo debole).