Patologia polmonare
Sabato, 29 Novembre 2014

Rischio di recidiva negli stadi precoci operati: lo quantificherà il laboratorio?

A cura di Massimo Di Maio

L'indicazione alla chemioterapia adiuvante è oggi decisa in base allo stadio: raccomandata negli stadi II e IIIA, non negli stadi I. Ma anche pazienti in stadio precoce possono recidivare: uno score prognostico, recentemente validato, potrebbe caratterizzare meglio la prognosi.

Bueno R, Hughes E, Wagner S, Gutin AS, Lanchbury JS, Zheng Y, Archer MA, Gustafson C, Jones JT, Rushton K, Saam J, Kim E, Barberis M, Wistuba I, Wenstrup RJ, Wallace WA, Hartman AR, Harrison DJ. Validation of a Molecular and Pathological Model for Five-Year Mortality Risk in Patients with Early Stage Lung Adenocarcinoma. J Thorac Oncol. 2014 Nov 13. [Epub ahead of print]

Le attuali linee guida, sulla base dell'evidenza prodotta dagli studi randomizzati, raccomandano l'impiego della chemioterapia adiuvante nei pazienti operati per NSCLC in stadio II e III, ma non per i pazienti in stadio I. D'altra parte, pur essendo lo stadio di malattia fortemente associato con la prognosi, esso non è un indicatore perfetto, in quanto anche una certa percentuale di pazienti in stadio I ricade dopo un certo tempo dall'intervento.

Nel tentativo di "perfezionare" la valutazione prognostica basata sui parametri clinici attualmente impiegati, Raphael Bueno e colleghi hanno recentemente validato uno score prognostico basato sulla caratterizzazione molecolare di 31 geni legati alla proliferazione cellulare, misurati mediante real time- PCR sul tessuto tumorale fissato in formalina e incluso in paraffina.

La capacità prognostica dello score (denominato CCP, cell cycle progression score) è stata valutata su una serie di pazienti operati di NSCLC in stadio I e II, e non sottoposti a chemioterapia adiuvante.

L'analisi recentemente pubblicata sul Journal of Thoracic Oncology evidenzia una buona capacità prognostica dello score CCP rispetto alle classiche variabili cliniche, stadio compreso. Nel dettaglio, dividendo i pazienti in quattro quartili, l'Hazard Ratio per range interquartile di CCP score era pari a 1.46 (intervallo di confidenza al 95% 1.12–1.90, p = 0.0050).

Lo score prognostico, costruito dagli autori combinando il CCP score e lo stadio patologico di malattia, è un indicatore prognostico migliore rispetto allo stadio da solo. In particolare, nell'intera casistica, lo score prognostico clinico-molecolare risulta associato a un
Hazard Ratio per range interquartile pari a 2.01, p=2.8 x 10-11), risultando significativamente associato alla prognosi anche nell'ambito dei soli pazienti in stadio I. inoltre, all'analisi bi-variata comprendente lo score clinico-molecolare e lo stadio di malattia, solo il primo risultava associato alla prognosi in maniera statisticamente significativa.

L'identificazione di un cutoff dello score prognostico ha consentito agli autori di identificare due categorie di simile numerosità, una a rischio più basso (82% di pazienti vivi a 5 anni) rispetto ad una categoria a rischio più elevato (65% di pazienti vivi a 5 anni). Tale differenza prognostica rimaneva evidente anche nei soli pazienti in stadio 1 (82% vs 72% di pazienti vivi a 5 anni).

Una migliore caratterizzazione prognostica dei pazienti operati per un tumore del polmone non a piccole cellule in stadio precoce avrebbe potenzialmente un'importante ricaduta nella pratica clinica. Attualmente, un paziente in stadio I non è candidato a ricevere trattamenti adiuvanti, ma una certa percentuale di questi pazienti va incontro a recidiva di malattia.

Ovviamente, non bisogna confondere la capacità prognostica con la capacità predittiva di beneficio del trattamento, vale a dire che identificare i pazienti a prognosi peggiore non vuol dire essere necessariamente sicuri dell'efficacia del trattamento adiuvante. D'altra parte, la costruzione e la validazione dello score clinico-molecolare possono rappresentare un passo importante nel "raffinare" l'indicazione al trattamento adiuvante.

Gli autori sottolineano infatti che, almeno a livello teorico, i pazienti a rischio elevato secondo lo score prognostico sono anche quelli per i quali potrebbe valere maggiormente la pena l'esposizione agli effetti collaterali del trattamento, rispetto ai pazienti a rischio basso, per i quali è più elevata la chance di essere esposti alla tossicità senza un reale beneficio del trattamento adiuvante.

Il CCP score avrà un'applicabilità nella pratica clinica? Al momento è presto per dirlo, ma i primi passi sono promettenti.