Una revisione sistematica ha analizzato i trattamenti ricevuti dopo la recidiva di malattia nell’ambito degli studi che hanno portato all’approvazione da parte dell’FDA di farmaci nel setting adiuvante e neoadiuvante. Molte volte i dati non sono disponibili, e in molti casi i trattamenti sono stati giudicati subottimali.
Pazienti con mutazione di KRAS G12C beneficiano del trattamento con inibitori specifici. Il concetto vale per multiple patologie oncologiche e una parte del trial KRYSTAL-1 testa attività ed efficacia di adagrasib in combinazione a cetuximab nei pazienti con carcinoma colorettale avanzato selezionati molecolarmente.
Uno studio esamina la distribuzione geografica dei siti di sperimentazione clinica per pazienti con diagnosi di carcinoma in stadio avanzato negli Stati Uniti. Riconoscendo l'importanza dei trial clinici nel progresso delle cure oncologiche, il lavoro evidenzia le disparità nell'accesso agli stessi, con alcuni contesti particolarmente svantaggiati.
Una revisione sistematica con metanalisi ha quantificato l’aumento del rischio di eventi cardiovascolari nei pazienti con tumore della prostata che ricevono ARSI (abiraterone, enzalutamide, darolutamide, apalutamide).
Uno studio randomizzato è stato condotto in pazienti con diagnosi di carcinoma mammario in stadio I-III, sottoposte a chemioterapia neoadiuvante o adiuvante. Dopo randomizzazione, le pazienti sono state assegnate al gruppo di scalp cooling o al gruppo di controllo, con l’obiettivo di valutare l'incidenza di alopecia persistente chemio-indotta.
Presentati all’ASCO e pubblicati sul New England Journal of Medicine i risultati dello studio randomizzato LAURA, condotto nei pazienti con NSCLC localmente avanzato, non resecabile. Anche in questo setting, nei casi caratterizzati da mutazione di EGFR, il trattamento target (osimertinib) dimostra efficacia nel controllare la malattia.
Il trial randomizzato NADINA, presentato in plenaria all'ASCO 2024 e immediatamente pubblicato, dimostra come in pazienti con melanoma stadio III un trattamento preoperatorio con ipilimumab e nivolumab sia superiore alla terapia standard indipendentemente dalla presenza di mutazione di BRAF.