Miscellanea
Lunedì, 26 Febbraio 2024

Monitoraggio digitale dei sintomi nella pratica clinica. Cosa ne pensano i pazienti?

A cura di Massimo Di Maio

Qual è il punto di vista dei pazienti italiani sull’uso di strumenti elettronici per il monitoraggio dei sintomi e delle tossicità? Una survey condotta a Torino nel 2023 documenta un’elevata percentuale di interesse per gli strumenti elettronici, con la segnalazione da parte di una minoranza di qualche elemento (difficoltà di accesso alla tecnologia, rispetto della privacy, preoccupazione di una comunicazione troppo impersonale) da tenere in considerazione.

A.A. Valsecchi, V. Battista, S. Terzolo, R. Dionisio, G. Lacidogna, D. Marino, V. Quarà, E. Sperti, V. Tuninetti, F. Vignani, C. Zichi, V.E. Bounous, G. Valabrega, A. Ferrero, N. Biglia, M. Di Maio. Adoption of electronic patient-reported outcomes in cancer clinical practice: the point of view of Italian patients. ESMO Real World Data & Digital Oncology, VOLUME 3, 100025, MARCH 2024. Published:February 19, 2024DOI:https://doi.org/10.1016/j.esmorw.2024.100025

Nel 2022, l’European Society of Medical Oncology ha pubblicato le linee guida per l’impiego dei patient-reported outcomes nella pratica clinica dei pazienti oncologici (https://www.oncotwitting.it/miscellanea/patient-reported-outcomes-nella-pratica-clinica-le-linee-guida-ora-ci-sono-la-sfida-e-applicarle).

Le linee guida sono nate dopo che negli anni recenti sono stati pubblicati i risultati di vari studi randomizzati, tra cui uno molto importante e ben noto alla comunità oncologica perché ha avuto la ribalta della plenary session all'ASCO del 2017. Tale studio aveva incluso i pazienti in trattamento chemioterapico per varie patologie oncologiche presso il Memorial Sloan Kettering Cancer Center di New York: i pazienti erano stati randomizzati a ricevere la sola visita tradizionale oppure l'approccio tradizionale integrato con l'impiego di strumenti che prevedono la possibilità per il paziente di registrare in tempo reale, tramite la risposta a dei questionari, alcuni sintomi di tossicità (https://www.oncotwitting.it/fad-miscellanea/articolo-10).

Questi strumenti erano collegati a un sistema di alert per cui, se il paziente riportava un peggioramento o un sintomo severo, inviava una segnalazione in tempo reale all'operatore sanitario (infermiere o medico) che poteva reagire contattando il paziente stesso e gestendo tempestivamente l’emergenza. Questo studio ha dimostrato che i pazienti sottoposti all’approccio integrato hanno ottenuto un miglioramento significativo della qualità di vita, dell’aderenza al trattamento, della riduzione degli accessi in pronto soccorso e delle ospedalizzazioni, e anche un prolungamento dell’aspettativa di vita. Quest’ultimo dato, al momento della presentazione all’ASCO, ha fatto scalpore, perché i risultati dimostravano una differenza di 5 mesi in termini di mediana di sopravvivenza a vantaggio del braccio che aveva adottato il nuovo approccio.

Sulla base di questo e di altri studi, nel 2022, ESMO ha attuato un'operazione culturalmente molto importante decidendo di lavorare alle linee guida sull’impiego dei patient-reported outcomes nella pratica clinica. Vari studi hanno documentato importanti benefici per i pazienti grazie all'introduzione del monitoraggio mediante strumenti digitali dei sintomi e delle tossicità, in particolare per i pazienti in trattamento oncologico attivo, che è il setting nel quale esiste l’evidenza più forte al riguardo.

La pubblicazione delle linee guida è un'operazione culturalmente importante perché, nonostante questi studi siano stati pubblicati vari anni fa, nell'ambito della comunità oncologica internazionale non esisteva ancora nessuna raccomandazione su questo argomento, che rimaneva un tema un po’ di nicchia, per cultori della materia, per persone innamorate di questo approccio che di fatto rimane poco calato nella pratica clinica.

Questa pubblicazione invece sancisce che questi interventi andrebbero considerati, aiuta a formalizzare l’importanza per la comunità oncologica di questo aspetto dell'assistenza, sottolinea la necessità di una riorganizzazione dell’attività quotidiana che dovrebbe tener conto di questi strumenti, con tutte le implicazioni anche in termini di necessità di risorse, perché il ritorno in termini di outcome espressi dai pazienti sarebbe importante.

Allo scopo di valutare il punto di vista dei pazienti italiani su questo tema (l’implementazione di strumenti di monitoraggio elettronico dei sintomi e delle tossicità), nella primavera del 2023, presso il day hospital di Onologia dell’ospedale Mauriziano di Torino, è stata condotta una survey rivolta ai pazienti in trattamento attivo antitumorale in quel periodo. I pazienti hanno ricevuto un questionario cartaceo, che conteneva complessivamente 15 domande.

Le prime sette domande erano riferite a caratteristiche personali, le ultime otto domande erano invece riferite alla soddisfazione con la modalità correntemente impiegata nella raccolta delle informazioni sui sintomi e sulle tossicità, nonché all’opinione rispetto all’adozione di strumenti di monitoraggio elettronici.

Complessivamente, sono state raccolte le risposte di 220 pazienti. Nella pratica clinica attuale, i pazienti hanno riferito che l’informazione sui sintomi e sulle tossicità è essenzialmente raccolta attraverso il colloquio al momento della visita, nonché tramite la somministrazione di questionari cartacei. Nel complesso, il 72% dei pazienti ha riferito di essere soddisfatto dalla modalità attualmente impiegata, ma l’82% ha riferito di essere favorevole all’impiego di strumenti di monitoraggio elettronico (electronic patient-reported outcome measures, ePROMs).

La maggior parte dei pazienti rispondenti si è detta non preoccupata rispetto al tema della privacy: l’82% non è assolutamente preoccupato da questo tema, il 16% è incerto, solo il 2% è preoccupato.

Pochissimi pazienti (meno del 2%) hanno riferito preoccupazione rispetto alla possibile ridotta attenzione da parte dei clinici ai sintomi riferiti mediante lo strumento digitale.

Una minoranza di pazienti (16%, più una certa quota di incerti) ha riferito preoccupazione rispetto a una modalità di comunicazione giudicata potenzialmente più impersonale rispetto alla visita tradizionale.

La maggioranza dei pazienti ha riferito di avere familiarità con gli strumenti tecnologici, e analogamente la maggioranza dichiara di non avere problemi con la connessione internet. Peraltro, la percentuale di problemi su questi aspetti risulta più elevata nei pazienti anziani e nei pazienti con basso livello di istruzione.

Sulla base dei risultati sopra sintetizzati, gli autori concludono che la maggior parte dei loro pazienti si dichiarano soddisfatti con il metodo attualmente impiegato per il monitoraggio dei sintomi (incluso l’impiego dei questionari cartacei), ma al tempo stesso la grande maggioranza sarebbe favorevole all’introduzione di strumenti elettronici nella pratica clinica.

D’altra parte, è bene non trascurare alcuni aspetti che sono stati segnalati da una minoranza dei pazienti. Quelli preoccupati della privacy sono veramente pochi: va chiarito, comunque, nel momento in cui si propone ai pazienti l’impiego di strumenti digitali, che esistono strumenti perfettamente in regola con la normativa europea per la tutela della privacy. Le linee guida ESMO esplicitano che gli strumenti usati dovrebbero avere, tra le proprie caratteristiche, il rispetto di tale normativa.

Qualche paziente si dichiara preoccupato di una relazione troppo impersonale (rispetto alla visita tradizionale): per ridurre queste preoccupazioni, è bene sottolineare che l’implementazione degli strumenti digitali nella pratica clinica si propone come un’ottimizzazione e un’integrazione, non come una sostituzione della visita tradizionale.  Probabilmente chiarire questo concetto aiuterebbe a vincere la diffidenza che una minoranza dei pazienti ha manifestato.

E’ bene anche non sottovalutare le difficoltà tecnologiche, anche se le risposte in tal senso (connessione internet e accesso ai dispositivi elettronici) sono state più che rassicuranti: non è un caso che la percentuale di problemi aumenti nei pazienti anziani e nei pazienti con un livello inferiore di istruzione. Probabilmente, se la medesima survey venisse condotta in una popolazione di pazienti più anziani la percentuale di disagio e di poca confidenza con gli strumenti elettronici aumenterebbe, sebbene nel tempo questo problema sia destinato a ridursi almeno in parte. Le linee guida ESMO invitano comunque a considerare modalità di somministrazione alternative dei questionari (fino al cartaceo in alcuni casi) proprio per non creare disparità di accesso al monitoraggio dei sintomi tra i diversi pazienti.

L’implementazione dei PROs elettronici nella pratica clinica comporta, senza dubbio, una serie di difficoltà, in primis gestionali e di personale, che potrebbero essere superate tramite interventi ad hoc da parte delle Aziende Sanitarie:

  • Formazione: risulta indispensabile formare adeguatamente il personale sanitario (medici, infermieri, study coordinators) riguardo l’utilità degli strumenti PROs / PROMs e il valore del loro utilizzo nella pratica clinica.
  • Personale: andrebbe identificato, nell’ambito di ciascuna struttura, personale dedicato alla raccolta e gestione dei dati.
  • Pazienti: si rende necessaria un’azione di sensibilizzazione dei pazienti sul tema, tramite progetti dedicati portati avanti dalle associazioni dei pazienti, di concerto con le società scientifiche.
  • Risorse: resta indubbia la difficoltà, a livello territoriale, di destinare risorse dedicate al progetto di raccolta dei dati di QoL, in termini di dotazioni informatiche e di personale. Questo aspetto andrebbe concordato a livello nazionale, in modo da evitare difformità nelle singole realtà regionali e locali e garantendo un buon rapporto fra costi ed utilità del dato raccolto.
  • Privacy: a livello sovra-aziendale e sovra-regionale, andrebbe istituzionalizzato l’utilizzo degli strumenti di raccolta dati (se possibile, digitali), per superare i problemi di autorizzazione alla raccolta dei dati dei pazienti, aspetto cruciale che spesso ha rallentato, anche in ambito di ricerca clinica, l’utilizzo dei PROs / PROMs. Sarebbe opportuno, quindi, l’inserimento di una sezione specifica nei moduli di consenso informato al trattamento dei dati personali già in uso presso le Aziende Sanitarie, che permettano la raccolta, la conservazione ed il trattamento dei dati di QoL.
  • Progetti pilota: nelle more di un’applicazione su larga scala, si potrebbero identificare progetti pilota da portare avanti in strutture ben identificate, già in parte attrezzate e ricettive nei confronti del tema, per poi esportare il modello nei centri anche a media e piccola complessità.