Spesso si dice che la partecipazione a uno studio garantisce miglior outcome ai pazienti, non solo per l’eventuale efficacia maggiore del trattamento sperimentale, ma anche per la qualità delle procedure e dell’assistenza. Una metanalisi pubblicata su JAMA ha voluto verificare questa affermazione.
Uno studio retrospettivo internazionale studia l'effetto dell'immunoterapia su un gruppo di 27 pazienti con carcinoma colorettale avanzato e mutazione di polimerasi epsilon (POLE) o delta 1 (POLD1), comparandolo a quello ottenuto nei pazienti con carcinoma colorettale MSI.
Lo studio RIGHT Choice ha confrontato l'efficacia di ribociclib in combinazione con la terapia endocrina (ET) rispetto alla polichemioterapia (CT) in donne premenopausali con carcinoma mammario avanzato (ABC) HR+/HER2- clinicamente aggressivo. Abbiamo adesso più evidenza per fare la scelta giusta.
Pubblicati sulle pagine del NEJM i risultati, chiaramente positivi in termini di sopravvivenza libera da recidiva e in termini di risposte patologiche, dello studio Checkmate 77T, che valutava, nei casi di NSCLC resecabile, l’aggiunta alla chemioterapia neoadiuvante dell’immunoterapia sia preoperatoria che post-operatoria.
Il tema nutrizionale, molto studiato nei pazienti oncologici, si aricchisce di un nuovo dato. Lo studio randomizzato italiano DIANA-5 testa se la modifica alimentare con il passaggio ad una dieta mediterranea arricchita di elementi macrobiotici possa ridurre le recidive in donne operate per neoplasia ad alto rischio.
Lo studio MONARCH 3 ha valutato l'efficacia di abemaciclib in combinazione con un inibitore dell'aromatasi non steroideo (NSAI) come terapia iniziale per il carcinoma mammario avanzato positivo per il recettore ormonale (HR+) e negativo per HER2 (HER2-). Pubblicati i risultati finali riguardo all’overall survival (OS).
A qualche anno di distanza dalla dimostrazione di attività del pembrolizumab nei casi di tumore della vescica non-muscolo invasivo con una componente di tumore in situ, che rifiutassero la cistectomia, ora sono pubblicati i dati di attività nei casi ad alto rischio senza tumore in situ. Basta questa evidenza, non randomizzata, a considerare il pembrolizumab un’opzione terapeutica in questo ...