Un Viewpoint recentemente pubblicato da Tito Fojo su JAMA Oncology evidenzia quanto il semplice dato relativo alla mediana possa “falsare” il confronto fra i trattamenti in uno studio randomizzato. Gli autori citano alcuni esempi tratti da studi recenti. Neanche l’hazard ratio, ovviamente, rappresenta un metodo perfetto per sintetizzare i risultati.
Pubblicata in forma estesa l'interim analysis del CheckMate 9DW, trial randomizzato di fase III che confronta in pazienti con HCC avanzato ipilimumab e nivolumab vs lenvatinib/sorafenib. Quasi simultaneamente escono anche le nuove linee guida ESMO per il trattamento dell'epatocarcinoma.
Lo studio prospettico osservazionale PICASO ha descritto le scelte terapeutiche e l’outcome dei pazienti affetti da tumore del polmone NSCLC avanzato, che alla diagnosi avevano un performance status compromesso (ECOG 2): i risultati sono molto modesti, assolutamente distanti dai risultati ottenuti nei pazienti fit, e impongono una riflessione sulla reale indicazione al trattamento attivo.
Lo studio orientale di fase II testa la combinazione di chemioterapia, trastuzumab e atezolizumab nella patologia gastrica HER2 positiva e in un setting di malattia "delicato", dove l'obiettivo è ancora la guarigione.
Lo studio esplora l'impatto delle chirurgie di riduzione del rischio, come la mastectomia bilaterale profilattica (Risk-Reducing Mastectomy, RRM) e la salpingo-ovariectomia bilaterale profilattica (Risk-Reducing Salpingo-Oophorectomy, RRSO), sulla sopravvivenza complessiva di giovani donne portatrici di mutazioni BRCA1 e BRCA2 con una diagnosi pregressa di carcinoma mammario. Questo studio ...
Il trattamento con trastuzumab deruxtecan (T-DXd) ha cambiato il paradigma terapeutico del carcinoma mammario metastatico HER2-positivo e HER2-low. Tuttavia, non tutti i pazienti rispondono allo stesso modo: tossicità importanti e variabilità nell’efficacia clinica sono ben documentate. In questo scenario, un team israeliano ha esplorato un’ipotesi affascinante e poco indagata: il ruolo della ...
Il New England Journal of Medicine ha pubblicato i risultati di uno studio di fase 1, in cui il nuovo inibitore di tirosino-chinasi anti-HER2 zongertinib ha dimostrato una buona attività antitumorale, in particolare nei casi con mutazione del dominio tirosino-chinasico. Lo studio di fase è in corso.