L’allattamento rappresenta un momento cruciale nella vita di una madre. Per le donne portatrici di mutazione BRCA e alle quali è stato diagnosticato un carcinoma mammario, questa scelta è spesso accompagnata da dubbi e paure: è sicuro allattare dopo il trattamento oncologico? Esistono rischi aumentati di recidiva? In assenza di dati solidi, la consulenza clinica resta spesso incerta, lasciando ...
Uno studio di fase 2 a singolo braccio, con la combinazione di due farmaci “datati” come l’erlotinib e il bevacizumab, merita le pagine del New England Journal of Medicine in quanto ha documentato una importante attività in un tumore a prognosi difficile come il carcinoma renale papillare avanzato, che si presenta in forma sporadica o in forma ereditaria.
Presentati a Chicago, e pubblicati sulle pagine del British Medical Journal, i risultati di uno studio randomizzato, condotto in Cina, che testava l’efficacia dell’anticorpo farmaco coniugato, confrontandolo con il docetaxel, in pazienti con tumore del polmone EGFR-mutato che avessero già ricevuto un inibitore di EGFR e chemioterapia a base di platino. I risultati? Favorevoli al farmaco ...
Ancora una novità importante per pazienti con neoplasia gastrica avanzata HER2 positiva. Presentati ad ASCO 2025 in sessione orale i risultati del DESTINY-Gastric04 che ha confrontato testa a testa, in seconda linea, T-DXd vs terapia standard (paclitaxel + ramucirumab).
Uno dei risultati più interessanti presentati al recente congresso ASCO di Chicago non è stato selezionato per la sessione plenaria, ma ha comunque meritato la pubblicazione sul New England Journal of Medicine: uno studio randomizzato documenta un vantaggio negli outcome oncologici (disease-free survival e overall survival) per i pazienti che, dopo il trattamento standard per un tumore del colon ...
MATTERHORN studia il vantaggio clinico dell'aggiunta di durvalumab alla terapia perioperatoria standard in pazienti con carcinoma gastrico o della giunzione gastroesofagea resecabile. Dal podio della plenaria al N Engl J Med.
Presentati a Chicago, con concomitante pubblicazione sul New England Journal of Medicine, i risultati di uno studio di fase III che valutava l’efficacia dell’anticorpo bispecifico tarlatamab come trattamento di seconda linea del microcitoma polmonare, in pazienti in progressione dopo chemioterapia a base di platino.